lunedì 6 luglio 2009

Manager della Sanità ( una volta chiamato dottore...)




Concentriamoci sul significato delle parole, su cosa davvero rappresentano.

Il termine salute o sanità, viene definito dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), "stato di benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza di malattia o infermità, è un diritto umano fondamentale".
Un mezzo più che un fine che consente alle persone di svolgere una vita produttiva a livello individuale, sociale ed economico.

Ripercorrendo la definizione dell'OMS quello che più colpisce: "é un diritto umano fondamentale"...che cozza moltissimo con tutto quello che la sanità davvero rappresenta oggi.

Basta sfogliare i quotidiani e ogni giorno c'è un caso di malasanità, oppure, andare in qualsiasi ospedale o stuttura medica...

Il problema più grande della sanità oggi non è la carenza di strutture o personale, quello magari è una conseguenza, ma la fusione del termine sanità con profitto e denaro.

Questo spinge chi lavora nel campo medico a vedere tutto come un guadagno economico da fare, con i suoi pro e contro, spingendolo a diventare una specie di manager della salute, imprenditori del servizio sanitario...
Prendendo decisioni che con il diritto fondamentale non hanno niente a che fare, chiusura di ospedali, carenza di personale o personale non all'altezza, carenze di strutture...

Perchè alla fine qualcuno deve guadagnare...altrimenti che affare sarebbe..

Molti di questi primari-manager dovrebbero ricordare il giuramento che fanno quando diventano medici, il giuramento a Ippocrate che dice:

Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo,

GIURO:

di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento;

di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;

di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di un paziente;

di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona non utilizzerò mai le mie conoscenze;

di prestare la mia opera con diligenza, perizia e prudenza secondo scienza e
coscienza ed osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione;

di affidare la mia reputazione esclusivamente alle mie capacità professionali ed alle mie doti morali;

di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della professione;

di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;

di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica;

di prestare assistenza d'urgenza a qualsiasi infermo che ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'Autorità competente;

di rispettare e facilitare in ogni caso il diritto del malato alla libera scelta del suo medico tenuto conto che il rapporto tra medico e paziente è fondato sulla fiducia e in ogni caso sul reciproco rispetto;

di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato.

Dedicato a tutti manager della sanità...in particolare a quelli della Basilicata.

Se qualcuno ha casi di malasanità, lo segnali, mandando una email al blog del senisaro...


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