giovedì 2 luglio 2009

Crisi al San Carlo



La nota odierna dell’Ugl sulla “grave crisi in cui versa l’Ospedale San Carlo” riprende vecchi e stantii cliché che nel corso degli anni sono regolarmente riciclati e sistematicamente smentiti dai fatti. Ma poiché oltre a rilanciare generiche critiche l’Ugl si assume la responsabilità di diffondere numerose gravi falsità ed inesattezze si rende necessaria una più puntuale rettifica:
1) La diminuzione dei ricoveri ordinari non è affatto un segnale di crisi, anzi è una manifestazione dell’aumento dell’appropriatezza e quindi della qualità del servizio sanitario assicurato. Non è per altro un fenomeno contingente ma il risultato delle scelte strategiche della Regione, che ha ridotto negli ultimi anni di circa 150 unità i posti letto. Così a un trend costante di calo dei ricoveri ordinari corrisponde un aumento significativo delle attività ambulatoriali e di day hospital, con una sostanziale parità dei ricavi e un rilevante aumento del benessere dei pazienti e dei familiari che sono sottoposti a uno stress minore per la durata inferiore delle degenze.
2) “La fuga di professionisti verso altre strutture extraregionali” è circoscritta a pochissimi casi. Si tratta della scelta fisiologica di professionisti a cui è stata offerta una significativa progressione di carriera e che in qualche misura rappresenta un riconoscimento dell’ottimo lavoro svolto per l’azienda e in un singolo caso, che ha avuto ampio risalto sulla stampa, la motivazione è nota e riguarda problemi personali e non scelte professionali. Tutti questi casi, comunque, esulano del tutto dalle scelte e dalle politiche aziendali.
3)”Le corrette relazioni sindacali … praticamente inesistenti” sono il prodotto del rifiuto dell’Ugl di accettare il quadro giuridico e normativo che le definisce. Allo stato dei fatti l’Ugl non ha sottoscritto il contratto collettivo nazionale di lavoro della sanità, che abilita alla negoziazione aziendale, e non è un soggetto rappresentativo. Nelle scorse settimane l’Ugl ha deciso di reiterare, in tre distinti comunicati, una serie di falsità gravemente lesive dell’immagine aziendale. Falsità che peraltro (ad es. la chiusura del Dipartimento di nefro-urologia) erano note allo stesso sindacalista che ha continuato a propalarle anche dopo la smentita ufficiale dell’azienda.

E a questo punto l’unica scelta possibile era di tutelare l’immagine aziendale da affermazioni diffamatorie e pertanto già con una delibera della scorsa settimana si è stabilito di querelare l’Ugl. Circa il clima delle relazioni sindacali, la sua buona qualità è testimoniata dai comunicati delle numerose sigle che nei giorni scorsi, nell’esprimere maggiore o minore apprezzamento come anche formulando critiche e osservazioni nel merito all’atto aziendale, in nessun caso sollevano il problema di eventuali scorrettezze procedurali nel percorso di definizione dell’atto o più in generale sul sistema di relazioni sindacali da parte dell’azienda.
4) A parlare di “eccellenze aziendali” non sono solo le campagne pubblicitarie aziendali ma testate come Class (che dedica un servizio al primario di neurochirurgia) e Panorama (che nella sua rubrica specializzata dedica attenzione a una ricerca sperimentale della nostra cardiologia), i congressi internazionali che ospitano come relatore il primario di Reumatologia, il ministero della Salute che proprio ieri ci ha riconosciuto il bollino rosa come “ospedale a misura di donna”, ecc. ecc. ecc.
5) Non ci sono poi “professionalità accantonate … per mere logiche di appartenenza politica” per la semplice ragione che l’Azienda non solo non vuole ma non può neanche permettersi (essendo strutturalmente sotto organico da oltre un decennio) di accantonare chicchessia. E comunque anche tali affermazioni saranno sottoposte all’attenzione del giudice competente.

Fonte: lucanianews24

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