venerdì 12 giugno 2009

Illibertà di parola


Tra il silenzio che regnava sovrano di molta stampa italiana, si è svolta ieri la morte della libertà di parola.
D'ora in poi, sarà impossibile raccontare sulla base di atti giudiziari i fatti e i misfatti delle classi dirigenti. Chi lo farà rischierà di finire in prigione da 6 mesi a tre anni, di essere sospeso dall'ordine dei giornalisti e, soprattutto, dal suo giornale, visto che gli editori andranno incontro a multe salatissime, fino a un massimo di 465.000 euro.

Un ddl al limite dell'assurdo, con punti dove si cerca di dare un diritto di informare fuori dal comune, stabilendo, ad esempio, che le lettere di rettifica devono essere pubblicate senza possibilità di replica.

Dall'altra parte si rendono impossibili le intercettazioni, gli ascolti saranno autorizzati, solo in presenza di evidenti indizi di colpevolezza, basta che non superino i due mesi... e le cimici (ultimo nemico di molti politici e non solo...)devono essere poste solo in luoghi dove si è sicuri che avverrà il reato.

Se non è illiberale tutto questo...

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